Typhoon Flag 2025

Si è tenuta, dal 3 febbraio al 14 febbraio scorso, la più importante esercitazione italiana per la linea F-2000, la Typhoon Flag, giunta alla sua quarta edizione.

Ospitata quest’anno, per la prima volta, dal 37° Stormo di Trapani ha visto la partecipazione di tutte le forze di difesa aerea nazionali.

Martedì 11 si è tenuto un Media Day, organizzato dallo Stato Maggiore con la preziosa collaborazione del Ten. Emanuela De Marchi. 

Dopo il saluto del Comandante della Base, Colonnello Pilota Daniele Mastroberti, che ha fatto un excursus sulla storia dello Stormo e sulla sua attuale composizione, è iniziata la conferenza stampa che ha visto presenziare i principali attori di questa esercitazione, il Colonnello De Angelis, direttore delle operazioni, proveniente dal Comando Forze da Combattimento di Milano, il Tenente Colonnello Mazzini, Weapon Instructor del 4° Stormo di Grosseto, oltre naturalmente al Com.te Colonnello Mastroberti.

Due settimane, intense come le ha definite  il Colonnello De Angelis, che hanno portato i piloti della linea Eurofighter a confrontarsi con molteplici missioni sempre più complesse.

Alla Typhoon Flag ha partecipato, oltre ai padroni di casa del 18° Gruppo caccia, il 51° Stormo di Istrana (Treviso), il 4° Stormo di Grosseto e il 36° Stormo di Gioia del Colle (Bari), con la collaborazione di velivoli F-35 di quinta generazione che hanno operato dalle basi di appartenenza, del 6° Stormo di Ghedi (Brescia) e del 32° di Amendola (Foggia). Oltre a questi assetti, ha dato supporto all’esercitazione il 14° Stormo di Pratica di Mare (Roma) con un velivolo KC-767A e G550 CAEW.

Il fine ultimo di questa esercitazione era l’integrazione dei mezzi, delle risorse e del personale, favorendo la standardizzazione delle procedure operative e manutentive tra i vari reparti della forza armata.

Un’opportunità, così l’ha definita il Colonnello De Angelis, rivolgendosi ai giornalisti e fotoreporter intervenuti.

“Un’opportunità, appunto, per i reparti di volo, che ci consente di mettere insieme risorse, mezzi e personale al fine di standardizzare le nostre procedure operative e non solo quelle, ma anche quelle manutentive dei nostri reparti.”

“Immaginate”, ha proseguito il Colonnello De Angelis, “che domani si debba rischierare i nostri velivoli in qualsiasi parte d’Italia o del mondo, noi dobbiamo essere in grado di far operare i nostri collaboratori che fanno manutenzione senza nessuna distinzione o riserva, allo stesso modo i nostri piloti e le nostre tattiche operative.”

“Fare sinergia, creare in questo modo scenari più complessi, testare le nostre capacità e validare le nostre tattiche operative è un obbiettivo principe di queste esercitazioni.” 

Inseriti, oltre a questi obbiettivi, anche il proseguo dell’addestramento dei piloti destinati alla linea F-2000 che stanno effettuando il Corso di Conversione Operativa (O.C.U.) del 20° Gruppo di Grosseto, che in questo contesto sono stati esposti a scenari di complessità sempre più elevata.

Questi 15 giorni di operazioni sono stati anche un ottimo banco di prova per la fase avanzata del Weapon Instructor Course (Corso per Istruttori di Tiro e Tattiche) della durata di circa un anno, dove i piloti si addestrano secondo un “sillabus” ma che cresce di difficoltà missione dopo missione, con scenari dinamici che possono cambiare con il passare del tempo e anche durante la missione stessa.

“Noi gli diamo lo scenario, il tipo di minacce, il pacchetto di informazioni”, ci dice il Colonnello Mazzini, uno dei due Weapon Instructor della Typhoon Flag, “questo è l’obbiettivo, il Commander Intent come viene definito da noi istruttori, poi i piloti hanno un giorno per pianificare la missione insieme agli altri equipaggi, loro hanno carta bianca, si possono sbizzarrire con la fantasia, nell’ambito comunque delle cose fattibili e realistiche per portare a casa il risultato”.

La partecipazione all’esercitazione da parte degli F-35 di Ghedi e Amendola è stata fondamentale per un ulteriore obbiettivo, ovvero l’integrazione dei velivoli di quarta e quinta generazione, gli F-35 appunto, “cioè essere in grado di avere delle tattiche comuni in modo tale che i nostri equipaggi della linea Eurofighter e F-35 siano in grado di sviluppare e portare a termine un obbiettivo coordinandosi in maniera perfetta.” ha ribadito il Colonnello De Angelis.

Entrambe le linee volo sono state supportate dal KC-767, per il rifornimento in volo, e dal CAEW, che ha effettuato alcuni scali tecnici sulla base siciliana per effettuare la corretta pianificazione e le operazioni di briefing e debriefing con gli equipaggi interessati dalle missioni.

Le altre forze messe in campo per l’esercitazione, sono state il 22° Gruppo D.A.M.I di Licola (Napoli) con il compito di garantire la copertura radar oltre che le minacce nemiche insieme al CAEW, i cui equipaggi hanno collaborato con il Reparto Supporto Tecnico Operativo di Guerra Elettronica (Re.S.T.O.G.E).

Oltre a questi anche il Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico (Ferrara), e l’80° Centro SAR (Search and Rescue) del 15° Stormo.

Le operazioni hanno previsto due wave giornaliere, una al mattino e una al pomeriggio, con otto velivoli per ondata.

Una novità, per questa edizione, anche in considerazione di quanto sta accadendo nell’est Europa nel conflitto Russo/Ukraino, ovvero l’uso massiccio di droni, è stato proprio simulare attacchi non solo missilistici, ma anche di UAS.

“Una minaccia che ormai si è paventata  e ci ha fatto vedere una realtà completamente diversa”, ha affermato il Colonnello De Angelis, che ha aggiunto in risposta ad una domanda su quanto l’uso di queste nuove armi stia cambiando le nostre strategie.

“Voglio porre un’equazione, i droni che vengono fabbricati e lanciati nel conflitto ad est, vengono prodotti con una certa velocità, rappresentano una mole importante e di conseguenza sbilanciano le forze in campo, perché missili che costano una certa somma devono essere impiegati per contrastare un qualcosa che invece costa poco ed è facilmente riproducibile.

Diventa un questione di massa, che nel potere aereo ha la sua importanza. Data la nuova condizione tutto il mondo occidentale, ovviamente, pensa di sviluppare tutte quelle capacità “counter US”, Counter Unmanned System, a 360 gradi e nei 360 gradi ci sono i velivoli che possono fare la loro parte, e noi testiamo questa nostra parte. Contemporaneamente la difesa sviluppa capacità di contrasto, contemporaneamente la difesa sviluppa la stessa capacità con i droni,  quindi il mondo cambia e con questi cambiamenti tutti sono costretti a reagire”.

Proprio durante una di queste missioni, una serie di “failure” ai sistemi del CAEW lo hanno costretto al rientro anticipato, subito sostituito nel suo compito dal Centro Radar, che comunque ha fornito un’ottima capacità di scoperta.

Nonostante questo però, per le limitazioni geografiche, le minacce più piccole e a bassa quota hanno dato del filo da torcere, problemi subito risolti con l’ausilio degli F-35, in questo modo è stato portato a casa il risultato.

Anche situazioni come queste sono estremamente importanti durante l’esercitazione, ha affermato il Colonnello De Angelis “in qualsiasi momento esercitativo o addestrativo queste cose possono succedere, quindi è sempre una sorta di test che avviene, e normalmente poi la fase pagante di questa attività è quella che noi chiamiamo de-briefing.

In questa fase noi facciamo l’analisi completa di tutto quello che è successo, e ci poniamo delle domande. Quindi abbiamo scoperto che per fare quanto richiesto è stato necessario intervenire in un certo modo, abbiamo superato una “contingensy” da cui nasce quella che noi denominiamo, nel nostro intero processo di apprendimento, una “observation” che poi diventa una “lessons identified” perché noi immaginiamo di aver trovato la soluzione a quel problema che, una volta che andremo a testare successivamente, se avrà l’esito che noi abbiamo immaginato, diventerà una cosiddetta “lesson learn” e quindi una nova tattica che a sua volta sarà riportata a tutti i nostri reparti. Questo è un momento di crescita “force development”.

“E’ un “building blocks” come diciamo, iniziamo con uno scenario dove funziona tutto per capire se già quando funziona tutto riusciamo a portare a casa quello che vogliamo, poi mano a mano andiamo a peggiorare la situazione fino a un livello accettabile” ha aggiunto il Tenente Colonnello Mazzini.

Il Media Day, ha vissuto poi la sua parte più dinamica consentendo ai tanti giornalisti e fotografi, provenienti da tutta Italia, di posizionarsi in vari punti della base per documentare ogni fase operativa della giornata con diversi decolli e atterraggi di Eurofighter.

Al termine della giornata, graziati dal meteo, infine si è tenuta una photo-opportunity al tramonto, una situazione che ha regalato moltissimi scatti diversi dal solito.

Ringraziamo per la collaborazione, il Comandante del 37° Stormo Mastroberti, il Colonnello De Angelis, il Tenente Colonnello Mazzini, il V Reparto informazioni dello S.M.A., e il Tenente Emanuela De Marchi.

 

Tutte le immagini della Typhoon Flag sono scaricabili al seguente link: Typhoon Flag 2025

Immagini messe a disposizione con licenza CC BY-NC-SA 4.0

 

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