15° Stormo, dove volano i “Lord”

Volano con qualsiasi condizione meteorologica, di giorno e di notte, in montagna come sul mare senza soluzione di continuità.

Sono gli elicotteri del 15° Stormo, “Angeli”, così definiti da chi deve loro la vita per le situazioni emergenziali più disparate, in verità uomini e donne preparati, addestrati, capaci con la sola mission di avere il privilegio di salvare delle vite, e forse mai come in questo ultimo periodo, con le recenti alluvioni che hanno colpito il territorio a loro vicino, come la Liguria o l’Emilia Romagna, si sono sentiti legati ai molti sfortunati che hanno tratto in salvo da tetti trasformati in “isole di fortuna” circondati dall’acqua che impetuosa ha rotti argini e invaso tutto.

Ma chi sono ? Cosa fanno ? 

Li abbiamo incontrati per Voi a casa loro, sull’aeroporto militare di Cervia Pisignano, sede del 15° Stormo. 

La storia del 15° Stormo, dalle origini, con le date più salienti, al passaggio agli elicotteri

Il 15° Stormo ha radici lontane, e completamente diverse da come lo conosciamo oggi.

Viene istituito il 1° giugno 1931 sull’aeroporto di Ciampino come 15° Stormo Aeroplani da Bombardamento Diurno e trasferito quasi da subito a Ferrara, sull’aeroporto San Luca, dove rimarrà fino al 1935.

Nel settembre dello stesso anno viene nuovamente riposizionato, questa volta a Guidonia dove riceve i trimotori Siai S.M.81.

I due Gruppi volo, il 46° e il 47° vengono separati nel febbraio 1936, il primo resta a Guidonia, il secondo passa a Ciampino.

Il 28 marzo 1936, in occasione dell’anniversario della creazione della Regia Aeronautica, lo Stormo è passato in rassegna da Benito Mussolini. A metà del 36 viene trasferito a Tripoli sull’aeroporto di Castel Benito. Già questo fu un record, essendo il primo reparto ad effettuare un trasferimento oltre mare senza scalo. Venne quindi ricevuto, con tutti gli onori, dal Governatore generale della Libia e Maresciallo dell'aria Italo Balbo.

Durante la sua permanenza in Africa si occupò di addestrare i Fanti dell’aria, quelli che sarebbero poi diventati i paracadutisti della Folgore.

Nel 1940 arrivarono allo Stormo i Siai S.M.79.

Durante la guerra furono numerose le operazioni in cui si distinse, come il primo bombardamento notturno del 22 giugno del 1940, sopra Marsa Matrouh, o i vari bombardamenti ai convogli inglesi nel Mediterraneo o al largo di Alessandria.

Si possono riempire pagine e pagine, gloriose e tragiche, con la cronistoria degli interventi del 15° durante il periodo bellico, ma rischieremo di appesantire troppo il nostro articolo, passiamo quindi direttamente al 1943, quando viene sciolto con la firma dell’armistizio.

La storia moderna del 15° Stormo inizia il 1° ottobre del 1965, sull’aeroporto romano di Ciampino, dove viene ricostituito come 15° Stormo SAR.

Inizialmente faranno parte del reparto l’84° Gruppo velivoli, con le squadriglie 140^ e 287^ tutte su Grumman HU-16A Albatross, l’85° Gruppo elicotteri con le squadriglie 142^ e 288^ equipaggiate con AB-47J, J3 e AB-204.

Nel 1971 lo Stormo viene intitolato a Stefano Cagna, Generale di Brigata Aerea, già comandante dello Stormo nel periodo bellico e Medaglia d’Oro al Valor Militare, caduto nei cieli del Mediterraneo nel 1940.

Il 1976, con l’arrivo dei primi HH-3F, inizia la transizione verso la sola ala rotante.

Il Pelikan rimase in servizio fino all’arrivo dei nuovi elicotteri che equipaggiano il moderno 15° Stormo sulla base di Cervia e i vari distaccamenti sul territorio, il 26 settembre 2014, durante una cerimonia solenne, venne ritirato dal servizio. Al suo posto, da qualche anno l’elicottero pesante AguastWestland AW-101 (Caesar) nel ruolo di Combat SAR, mentre per il ruolo SAR l’attuale HH-139A/B.

Bombardamenti nel mare Mediterraneo, immagini d'archivio

La giornata

Ma ritorniamo a noi.

Siamo ormai a fine ottobre, le giornate sono più corte e al mattino la nebbia fa sentire pesante la sua presenza in autostrada. La nostra destinazione è Cervia, il V Reparto dello SMA ha autorizzato la nostra visita nonostante il periodo appena trascorso sia stato particolarmente critico per il territorio  emiliano.

Il nostro accompagnatore per oggi sarà il Primo Lgt Luca Paparella, una voce conosciuta a chi partecipa alle MAF essendo lo speaker del reparto che descrive al pubblico il display e le manovre che esegue l’elicottero del 15° Stormo.

Il tempo di un caffè e iniziamo la giornata incontrando il Comandante del 83° Gruppo SAR Magg. Simone Moroni che ringraziamo per la disponibilità e l’ospitalità.

Gli chiediamo di illustrarci l’attività dello Stormo.

“Il 15° Stormo ha il compito di assicurare, h24, 365 giorni l’anno il soccorso aereo nazionale al traffico aereo operativo di Aeronautica Militare e di concorrere, sempre al soccorso aereo, agli enti nazionali sul territorio italiano, sia marino che terrestre.

Per questo compito il 15° Stormo si articola su 5 centri dislocati sul territorio, Cervia, la sede del 15° che ospita l’81 Gruppo CAE (Centro Addestramento Equipaggi) che si occupa della formazione dei piloti da distribuire poi agli altri Gruppi, e l’83° Gruppo SAR che è quello operativo, dove siamo noi ora. Sul restante territorio nazionale troviamo l’82°  centro SAR di Trapani, l’84° di Gioia del Colle, l’85° di Pratica di Mare e l’80° a Decimomannu in Sardegna. 

Nello specifico l’83° ha come aerea di competenza tutto il nord Italia da Cervia a salire, sia su mare che su terra. 

Il Rescue Coordination Center (RCC) di Poggio Renatico, all’interno del Comando Operazioni Aerospaziali (COA), ha la gestione operativa ovvero il controllo tattico, dell’assetto che forniamo h24 con un equipaggio tutti i giorni.

Il task ci viene direttamente dall’RCC, nel momento in cui viene ricevuto scattano le prontezze, che sono, 60 primi durante le finestre diurne, dalle 08 alle 20, e 120 primi nella fascia notturna.

L’equipaggio in allarme rimane in campo per tutta la durata del turno.

Nel momento in cui arriva il task l’equipaggio si prepara, vengono assegnati e suddivisi i compiti tra i vari componenti. L’equipaggio è standard e composto dal pilota, capo equipaggio, e secondo pilota, un operatore di bordo, e un aero soccorritore (ARS), più un secondo operatore che fa assistenza linea per l’approntamento dell’elicottero insieme alla parte manutentiva a terra.

Nel momento in cui arriva il task, inoltre, si capisce se si opererà in ambiente marino o terrestre per permettere all’aero soccorritore di prendere l’equipaggiamento adatto, si raccolgono tutti gli elementi necessari e si decolla il prima possibile.

Il tempismo è essenziale nel soccorso aereo, a volte le informazioni sono poche e la missione è da costruire mano a mano che si procede. Potrebbero verificarsi imprevisti o problematiche che si devono risolvere per portarla a termine in modo positivo.

Si può partire con un piano che può cambiare già mentre si è in volo di trasferimento, quindi il difficile della missione è adattarsi e gestire l’imprevisto, cercare di portare a casa il task adattandosi a quelle che sono le condizioni, meteorologiche, le effettive condizioni del paziente, dove va prelevato, dove va portato e le squadre con cui ci interfacciamo.

Tutto questo impone che il nostro addestramento sia il più flessibile possibile, per poterci adattare al meglio al ventaglio più ampio di interventi. 

Per fare questo ci addestriamo tutti i giorni con l’elicottero HH-139 Alpha e Bravo, le due versioni in dotazione, giunte a Cervia, l’Alpha nel 2015 e il Bravo nel 2020, con alcune migliorie nell’ambito dell’avionica e del verricello, che fondamentalmente è la nostra punta di diamante. E’ l’equipaggiamento più importante di tutto l’elicottero perché ci permette di calare l’aero soccorritore in posti impervi quando non è possibile atterrare.

Con i Bravo abbiamo avuto un’implementazione del sistema avionico con la Mission Consolle che ci permette di poter interagire con l’operatore di bordo che coadiuva sia la navigazione che l’intervento, ma soprattutto quello che ci da un grosso aiuto e il sistema Artemis che permette di agganciare il telefono cellulare del malcapitato per una localizzazione moto più efficace restringendo il campo di ricerca, altrimenti molto più vasto e quindi più complicato.

In questi anni abbiamo fatto diversi interventi, non ultimo l’alluvione dello scorso anno di maggio 2023, per  ricapitolare gli eventi più importanti, in cui lo Stormo è stato impegnato con 3 elicotteri operanti dalla base di Cervia, h24 in maniera sostenuta e continuativa giorno e notte con più di 6 equipaggi, 3 elicotteri che hanno volato in maniera continuata per 72 ore e portato in salvo 330 persone, di cui un gran numero di bambini e anziani, anche disabili. Questo è stato uno sforzo molto grande per lo Stormo, perché se il Gruppo si può definire l’attaccante che porta all’obiettivo finale, c’è stato un supporto completo da parte del reparto logistica, del reparto manutenzione, che hanno permesso di poter lavorare in condizioni estreme dato che anche l’aeroporto era per metà allagato, avevamo tutta la metà della pista, lato monte, che era completamente sommersa e inagibile, lo stesso il piazzale qui davanti. Pensate che tutta la manutenzione ha dovuto lavorare senza elettricità, con attrezzature campali. Essendo lo Stormo inserito in questo territorio, noi stessi ci siamo trovati a gestire un’emergenza in emergenza, abbiamo quindi garantito l’operatività in quel contesto critico, gestendo una nostra emergenza. Non ultimo due settimane fa (metà ottobre) in termini molto meno gravi la medesima situazione. Ovviamente da queste cose si trae insegnamento e l’alluvione del 2023 ci ha fatto capire cosa si poteva migliorare con un evento così grande”. 

Persone addestrate, ma sempre persone che provano emozioni, e allora abbiamo chiesto quanto questa componente umana influisca sulle operazioni.

“E’ difficile usare parole per descrivere le sensazioni, l’alluvione dello scorso anno è stato un evento eccezionale e può essere preso ad esempio. Ci siamo resi conto tutti che era una situazione critica, l’addestramento e la prontezza per cui ci addestriamo tutto l’anno fa si che in quei frangenti l’emozione resti al di fuori perché siamo consapevoli che il momento è importante e cerchiamo di utilizzare l’energia positiva per portare a casa la missione. Ci sono momenti che ci sorprendono, non capita tutti i giorni di fare un verricello sul tetto di una casa ad un bambino di 6 mesi, lì però si fa affidamento all’addestramento, si sa che le procedure sono fatte apposta per portare a casa il task, la parte emotiva viene dopo, quando ci si rende conto di aver fatto qualcosa di importante, quando ci si rende conto di essere utili per qualcuno. Quello che da la piena soddisfazione è sapere che quello per cui ci impegniamo, quello per cui facciamo tutti i sacrifici, quello per cui mettiamo in secondo piano le nostre priorità, serve per qualcuno, per la comunità, per la popolazione, quando c’è più necessità, questa è la cosa che ci ripaga di più, sapere di essere utili, è la nostra ragione di vita, è il motivo per cui facciamo tutto questo, è “semplicemente” il nostro lavoro”.

Ci congediamo al termine di questa bella chiaccherata con il Magg. Moroni ringraziandolo per il suo tempo e ci diamo appuntamento al termine della giornata per i saluti. 

La base di Cervia è in pesante ristrutturazione, lo evincono i lavori che incontriamo muovendoci al suo interno.

Su tutti il nuovo stabile che ospiterà il nuovo simulatore full motion di prossima installazione.

La nostra prossima tappa sarà all’hangar del 83° Gruppo dove ci attende un operatore di bordo che ha già acceso l’avionica di un HH-139B e ci spiegherà nei minimi particolari le principali caratteristiche dell’elicottero.

 

L’attuale dotazione dello Stormo prevede due versioni del HH-139, l’Alpha e Bravo su cui ci soffermeremo a lungo in hangar.

HH-139, da Hospital Helicopters, è un elicottero bi-turbina prodotto da Leonardo elicotteri che ha preso il posto dello storico HH-3F che per oltre 40 anni ha operato come SAR e Combat SAR nel 15° Stormo.

La versione Bravo, come abbiamo già sentito dal Magg. Moroni, prevede alcune innovazioni per migliorare gli standard di missione e agevolare gli equipaggi nelle operazioni.

In carico presso lo Stormo a Cervia dal 30 novembre del 2020 è dotato di un doppio verricello basculante che, oltre a garantire un backup durante le emergenze, agevola, grazie al suo movimento, l’ingresso del carico nell’abitacolo.

Ha un  nuovo radar di navigazione accoppiato a nuovi sensori AIS (Automatic Identification System) per una migliore interazione con le unità navali e l’OPLS (Obstacle Proximity LIDAR System) per identificare gli ostacoli e seguire in modo migliore l’orografia del terreno.

Nella cabina posteriore è stata inserita la “Mission Consolle”, una postazione per un operatore di bordo che può gestire in autonomia tutte le procedure richieste durante la missione che sia di recupero o controllo. A questo dispositivo, sviluppato da Leonardo, arrivano tutte le informazioni dei vari sensori di bordo e può controllare il gruppo elettro ottico per effettuare ricerche e alleggerire del carico di lavoro i piloti che possono quindi occuparsi della navigazione.  

Infine le capacità di carico della macchina sono passate da 6800 a 7000 kg permettendo quindi un margine superiore di sicurezza.

L’operatore ha attivato la Mission Consolle e ci illustra le sue funzioni, insieme al sistema di imaging EO/IR WESCAM MX-15 montata sotto il musetto dell’elicottero. E’ impressionante la  definizione e la possibilità di switchare la visione da ottica a infrarossi con la possibilità di selezione e discriminare i vari colori così da permettere una più accurata visione. L’ottica ha anche la capacità di vedere attraverso il fumo, una funzione utilissima durante le missioni AIB.


Un ulteriore innovazione per le operazioni di ricerca è stata l’acquisizione del sistema Artemis, un dispositivo che trasforma l’elicottero in una cella telefonica in grado di agganciare i telefoni cellulari, anche fuori campo, con una precisione che arriva ai 20 metri. Sicuramente un grosso aiuto per le ricerche dispersi anche in mare aperto (vedi approfondimento in basso). 

Ma che tipo di missioni esegue il 15° Stormo ?

La mission principale dello Stormo è sicuramente la SAR (Search And Rescue), ma può essere chiamato per operazioni di trasporto sanitario o di organi, anche di notte, grazie all’utilizzo dei visori notturni NVG (Night Vision Goggies). Durante la pandemia sono stati spesso utilizzati gli elicotteri del 15° Stormo anche per trasporti in modalità di Bio contenimento di pazienti affetti da Covid SARS-2 avendo la capacità di imbarcare la speciale capsula per il rischio contagio.

Grazie alle prestazione dell’elicottero, sicuramente meno veloce di un caccia da intercettazione, viene chiamato in causa anche per missioni di SMI (Slow Mover Interceptor) ovvero la possibilità di intercettare traffico aereo detto non cooperante, che per vari motivi, o non rispetta gli spazi a lui dedicati e le regole dell’aria o non si ha più il contatto radio. Il compito dell’elicottero è quindi di cercare di ripristinare le comunicazioni o scortarlo verso l’aeroporto più vicino o, nella peggiore delle situazioni attivare tutte le procedure per ristabilire la sicurezza dei cieli.

Oltre a questo, spesso in affiancamento ad enti civili, il 15° si occupa anche di AIB (Anti Incendio Boschivo) andando ad intervenire, dove chiamato, su incendi di vaste proporzioni o che potrebbero causare gravi danni alla popolazione o al territorio.

La composizione standard di un equipaggio è formata da due piloti, il capo equipaggio che siede a sinistra e il co-pilota a destra. Entrambi abilitati alla macchina e con la certificazione MCC (Multi Crew Co-Operation) si occupano della conduzione del mezzo.

Per l’abilitazione all’ala rotante, dopo l’iter standard in accademia, si viene destinati al 72° Stormo di Frosinone che ha il compito di formare il pilota e brevettarlo su TH-500, oppure si viene inviate alle scuole di volo negli Stati Uniti.

Una volta ottenuto il brevetto di pilota militare si passa, nel caso della linea HH-139 all’81° CAE (Centro Addestramento Equipaggi) per il passaggio macchina, una volta terminato il percorso si verrà destinati ai vari gruppi volo operativi.

Oltre ai piloti, a bordo trovano posto un operatore di bordo e un aero soccorritore.

L’operatore di bordo è responsabile di quello che accade nella cabina posteriore e si occupa della Mission Consolle per tutto quello che riguarda le operazioni di ricerca e soccorso, oltre che dare appoggio ai piloti durante alcune operazioni particolari come l’atterraggio in determinate condizioni o il mantenimento dell’hovering sul target e aiutare l’aero soccorritore nelle sue operazioni.

L’ultima figura, ma non meno importante per la missione, è l’aero soccorritore, comunemente definito ARS o Jolly.

I suoi compiti primari sono calarsi dal verricello, quando non è possibile atterrare in sicurezza sia in mare che su terra, recuperare il malcapitato e stabilizzare le sue condizioni, ma può, in funzione della missione in atto, trasformarsi in tiratore scelto (snipers), nel caso di missioni SMI.

 


Per poter ricoprire questo ruolo bisogna effettuare un corso di qualificazione presso l’81° CAE sempre a Cervia.

Il corso si articola su programmi teorici e pratici ed è estremamente impegnativo dovendo formare elementi in grado di sopravvivere negli ambienti più ostili, ma allo stesso tempo con capacità e tecniche alpinistiche e marine oltre a nozioni sanitarie e abilitazione all’uso di armi.

La durata di questo iter è importante e li porta ad affrontare corsi con altri reparti o come nel caso dell’Helo Dunker in strutture qualificate come il CFO (Centro Formazione Offshore) di Ravenna.

L’Helo Dunker ricordo essere un ausilio per l’addestramento di tutto l’equipaggio, fornisce infatti le capacità di affrontare un incidente in mare e di permettere a tutti gli occupanti da saper effettuare tutte le manovre per uscire dall’abitacolo anche in condizioni estreme e in immersione. 

Lasciamo l’hangar, quello dell’83° Gruppo, per continuare la visita, la prossima destinazione sarà il GEA (Gruppo Efficienza Aeromobili).

Il personale esegue le normali manutenzioni e le ispezioni fino alle 300 ore o calendariali annuali su tutti gli elicotteri in dotazione al Gruppo.

La linea volo dell’HH-139 prevede interventi a 50, 300, 600, 1200 e 2400 ore. 

Il grado di efficienza è mantenuto secondo gli standard richiesti per garantire sempre un livello alto di prontezza operativa in base ai protocolli indicati anche dal 3° RMAA di Treviso.

Un ulteriore compito del GEA è la formazione del personale addetto alla manutenzione che deve intervenire sui vari componenti dell’elicottero.

Oltre a capacità tecniche, il personale deve saper coordinare i fermi macchina con largo anticipo, in modo da avere sempre una rotazione dinamica degli elicotteri per mantenere l’operatività del Gruppo volo.

Per interventi particolarmente impegnativi, di secondo livello, ci si avvale del personale del reparto manutentivo del 3° RMAA, al terzo livello la macchina viene affidata a Leonardo elicotteri. 

Lasciamo quindi il GEA, non prima però di una piccola parentesi un po’ nostalgica, l’occhio cade infatti su due vecchie glorie, parcheggiate sul piazzale. Si tratta di un G-91 e un F-16B e i nostri ricordi tornano agli anni in cui a Cervia erano presenti anche gli F-104 Starfighter.

E’ ora di portarci in zona operazioni, non siamo riusciti ad organizzare un volo con l’HH-139 per problemi logistici, ma partecipiamo comunque a tutte le operazioni pre-volo.

Nella sala equipaggiamenti troviamo già i piloti di “Lord 03” intenti al controllo e al ritiro di quanto servirà alla missione.

Tutta l’attrezzatura è controllata nei minimi particolari in quanto essenziale alla buona riuscita del volo.

L’integrità e la funzionalità di ogni componente del vestiario, e di ogni oggetto in uso all’equipaggio viene regolarmente revisionato dal personale tecnico e in caso di malfunzionamento riparato e riportato alle condizioni originali.

Insieme ai piloti ci spostiamo in sala briefing dove è riunito tutto l’equipaggio e il responsabile della linea a terra per questo volo.

Il comandante spiega il tipo di missione e la sua durata, saranno 1 ora e 35 primi, sul mare al largo di Cesenatico.

Vengono illustrate le condizioni dell’aeromobile e rivisto eventuali segnalazioni fatte in precedenza per assicurarsi della corretta soluzione.

Si verificano le codimeteo e si decide che tipo di operazioni si andranno a fare. Per questa missione si effettueranno un paio di avvicinamenti ad una piattaforma, in base alle condizioni in loco si deciderà di fare solo degli avvicinamenti oppure dei touch and go. L’aero soccorritore avrà la possibilità di operare al verricello un paio di volte, mentre, per questo volo, saranno due gli operatori di bordo che si alterneranno alla Mission Consolle per fare addestramento.

Vengono in ultima analisi elencate le procedure di sicurezza in caso di incidente o piantata motore.

Ogni componente dell’equipaggio sa cosa fare e come dovrà comportarsi,  anche nella più catastrofica delle situazioni.

Niente è lasciato al caso e tutto viene ripetuto per essere scolpito nella mente, perché durante un’emergenza può fare la differenza tra la vita e la morte, l’addestramento continuo serve anche a questo.

Al termine del briefing, con l’equipaggio, ci incamminiamo verso l’elicottero, due ultime parole, le cinghie per gli operatori e il casco completano la dotazione di volo. E’ il momento di allontanarci per la messa in moto, saremo comunque molto vicini, in sicurezza, per osservare l’ultimo walkaroud da parte del personale della linea volo e l’accensione del motori dell’HH-139.

Il tempo di raggiungere le temperature, un breve rullaggio verso la pista e dopo qualche minuto la torre di controllo autorizza il decollo.

Non ci resta che attendere il rientro, occuperemo l’oretta e mezza visitando il simulatore, la versione statica per ora, in attesa dell’arrivo di quella full motion che permetterà un’esperienza di volo più reale, per un percorso addestrativo più completo dei piloti.


C’è anche il tempo per curiosare in giro, e non passa inosservata una targa appesa nella sezione del CAE, il nostro accompagnatore ci racconta essere un piccolo gesto di riconoscenza da parte di alcune persone tratte in salvo durante l’ultima alluvione. Segnali semplici, ma che riempiono d’orgoglio gli uomini del 15° Stormo consapevoli aver fatto tutto quanto era in loro potere per aiutare e salvare vite.

Un altro disegno, questa volta sul muro di un corridoio cattura la nostra attenzione, ma questo lo conosciamo, come conosciamo l’autore, un caro amico il cui padre è stato fino a qualche mese fa un “Jolly” del 15° Stormo.

Abbiamo anche il tempo per vedere il piccolo cippo in memoria dell’equipaggio dell’HH-3F perito nell’incidente dell’ottobre del 2008, oltre al mosaico che riporta lo stemma e il motto del 83° Gruppo “A I VAG ME”, “Ci vado io”, in dialetto romagnolo dato che gran parte della storia del Gruppo è stata scritta qui in terra di Romagna fin dalla sua istituzione come Gruppo SAR, nel 1980, sull’aeroporto di Rimini. 

Un messaggio sul telefono ci avverte che “Lord 3” è a 10 minuti dal campo e ne approfittiamo per un ultima curiosità, ovvero il lavaggio dell’aeromobile dopo una missione sul mare. Una procedura che abbiamo visto eseguire più volte, ma mai da una posizione privilegiata.

Autorizzati dalla torre a portarci in piazzola, l’HH-139 atterra davanti a noi e viene inondato d’acqua dolce per togliere ogni traccia di salsedine.

Simpatico l’operatore che durante la manovra di avvicinamento ci filma con la telecamera, non fossero bastate le spiegazioni del mattino ci rendiamo conto di quanto sia potente lo strumento ottico di bordo.

La giornata è giunta al termine e resta solo il tempo per i saluti al Comandante Magg.  Moroni che ci omaggia della patch e della litografia del gruppo firmata da chi oggi ci ha dedicato del tempo prezioso.

E’ il momento dei ringraziamenti per l’importante opportunità concessa. Al V Reparto “Comunicazione” dello Stato Maggiore di Aeronautica Militare, al Com.te dello Stormo Col. Pilota Antonio Viola, al Com.te del 83° Gruppo volo,  Magg. Pilota Simone Moroni per il suo tempo e la sua disponibilità, a tutto l’equipaggio di “Lord 3” e soprattutto al Primo Lgt. Luca Paparella, instancabile e fonte inesauribile di informazioni.

Focus sull’elicottero HH-139A/B

Prodotto da Leonardo Elicotteri già Agusta/Westland l’AW-139 è uno dei più grandi successi dell’industria italiana.

Realizzato per il servizio militare e civile, in oltre 1200 esemplari, vanta un numero elevatissimo di utilizzatori sia in Italia che all’estero.

In uso con Aeronautica Militare, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del fuoco e Guardia Costiera è una macchina estremamente versatile, capace di essere impiegata in molti ambiti, come abbiamo visto, sia militari che civili.

Monta due turbine Pratt & Whitney PT6C-67C che gli permettono una velocità di oltre 200 km/h (165Kts).

Il peso massimo al decollo è di 6800 kg (7000 nella versione B), può trasportare in versione utility fino a 15 passeggeri oltre ai due piloti (in base all’allestimento scelto), in versione SAR o trasporto sanitario 5 passeggeri e una barella o essere configurato in versione MEDVAC 2/4 barelle.

La sua autonomia di 4 ore gli consente ampi spostamenti. 

Dimensioni e pesi

Lunghezza 16,65 m

Altezza 4,95 m

Diametro rotore 13,80 m

Superficie rotore 150 m²

Peso a vuoto 3 622 kg

Peso carico 2 778 kg

Peso max al decollo 6 400 - 7 000 kg

Propulsione

Motore 2 turbine Pratt & Whitney PT6C-67C

Potenza 1 142 kW (1 530 shp) cadauno

Prestazioni

Velocità max 310 km/h (167 kt)

Velocità di crociera 306 km/h

Autonomia 3h 54'

Raggio di azione 568 km

Quota di servizio 1000 ft.

Tangenza 5 790 m (19 460 ft)


Focus su Artemis

Photo credit Smith Myers
Photo credit Smith Myers

Il sistema  Artemis è prodotto e commercializzato dalla Smith Myers, azienda Inglese, con 35 anni di esperienza in sistemi radio cellulari, amplificatori di potenza lineari RF ed è specializzata nella progettazione e produzione di sistemi di localizzazione di apparecchi telefonici durante le operazioni di ricerca e soccorso (SAR). L’azienda opera in ambito civile e militare ed è partner di numerose agenzie sia civili che governative, forze armate e di polizia in tutto il mondo.

La sua funzione è localizzare con precisione i telefoni cellulari in ampie aree di ricerca e restringere il campo a pochi metri utilizzando due antenne di dimensioni ridotte in modo automatico grazie ad una propria tecnica di geo-localizzazione basata sul GPS e il protocollo dei cellulari 2G (GSM), 3G (UMTS), 4G (LTE) e 5G (NR).

Questo permette di avere meno carico di lavoro a bordo per l’operatore che si può dedicare ad altri strumenti durante le operazioni SAR

Funziona, come già detto, anche dove la copertura è bassa o addirittura assente, come in aeree disastrate da eventi o in mare aperto,  e può inviare e ricevere SMS.

Il sistema Artemis è adattabile ad ogni velivolo, ad ala fissa, rotante con equipaggio e senza e su veicoli terrestri.

Focus su PNG MP50

Un ulteriore accessorio in dotazione all’aero soccorritore è il ricetrasmettitore MP50, in figura.

Prodotto da Axnes fa parte del sistema interfonico PNG (Polycon Next Generation).

E’ un dispositivo ampiamente impiegato nelle operazioni HEMS, SAR e C-SAR.

Con un grado di protezione IP68, può resistere anche alle immersioni, il suo contenitore in metallo garantisce il perfetto funzionamento anche se sottoposto ad urti.

Può trasmettere in Dual Band e incorpora la banda di frequenza VHF marittima per aumentare le capacità di comunicazione con l’equipaggio esterno verso altre unità.

Incorpora un trasmettitore AIS marittimo che può essere attivato per essere localizzato in modo accurato.

E’ particolarmente indicato per operare in ambienti rumorosi grazie alla tecnologia di soppressione di rumore NIVOX.

Il suo ricevitore GPS ha 48 canali e consente una localizzazione precisa da parte di tutte le unità in zona attraverso canali sicuri e stabili attraverso il radar.

Il recente passato: HH-3F

Tutte le immagini del report e dell’intera giornata sono visionabili e scaricabili ai seguenti link:

15° Stormo, dove volano i “Lord”

HH-139

HH-3F

Immagini messe a disposizione con licenza CC BY-NC-SA 4.0

 

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