Ultimo arrivato al museo, il secondo prototipo dell’Aermacchi M-346, è stato trasferito dallo stabilimento di Venegono al museo nel settembre scorso.
Dalle parole di Marco Reguzzoni, Presidente di Volandia «Dopo i necessari lavori di rimontaggio e messa a punto da parte dei nostri volontari l’M346 sarà esposto all’ingresso del museo. Un pezzo da novanta di cui andar orgogliosi e proprio per questo ci tengo a ringraziare il nostro curatore ingegner Maurizio Longoni che ha seguito tutto l’iter e la Leonardo Velivoli per il prestito. Un sodalizio che ci auguriamo prosegua su tanti altri progetti e che non fa altro che dare lustro e prestigio al nostro museo».
Questo aereo, matricola X616, fa parte del lotto di tre prototipi utilizzati per lo sviluppo del 346 attualmente in uso nella nostra forza aerea e di altri paesi.
I rimanenti due sono purtroppo andati perduti in altrettanti incidenti senza conseguenze per gli equipaggi.
L’X615 è precipitato in mare il 18 novembre 2011 nel viaggio di rientro in Italia dal Dubai Air show, mentre il modello matricola X617 è caduto 20 minuti dopo il decollo da Torino l’11 maggio 2013.
Incidenti che non hanno rallentato lo sviluppo di uno dei prodotti di punta della nostra industria aeronautica e a ben dire considerato uno dei migliori addestratori avanzato sul mercato.
L’M-346 è esposto da qualche settimana nella sala d’ingresso del museo, dove nel tempo trovarono collocazione anche due mock-up dello stesso modello (vedi foto sotto).
Il museo di Volandia, grazie alla sua Fondazione e ai tantissimi volontari che offrono il proprio tempo e lavoro si colloca ormai da anni tra i maggiori siti aeronautici in Europa e merita una visita periodica per ammirare le novità scovate e riportate all’originale splendore d’un tempo.
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