Abbiamo trascorso un’intera giornata presso l’hangar del 31° GVVS (Gruppo Volo Velivoli Storici) a Pratica di Mare, per potervi raccontare l’attività di ieri, di oggi e di domani di uno dei Gruppi più atipici della Forza Armata.
Si tratta di un’entità sia statica che dinamica, un connubio fra cultura storica e tecnologia futura, un Gruppo Volo composto sia da personale militare sia civile.
Al nostro arrivo, di prima mattina, veniamo accolti dal Comandante, il Col. Frappero, il quale ci fa accomodare nella sala del 31°. L’area predisposta alle infrastrutture di Gruppo è collocata nella parte nord del sedime aeroportuale, lontano dall’attività dell’altro reparto, il 311° RSV (Reparto Sperimentale Volo), con il quale scopriremo il forte legame esistente.
<< Sono felice e onorato di poterVi accompagnare fra il nostro patrimonio storico, conoscendo l’attività che ci contraddistingue, incontrando il personale di terra e di volo e tutto ciò che gira attorno a noi >>, ci dice il Comandante.
Con un pizzico di curiosità, chiediamo al Colonnello come nacque il 31° GVVS e il perché di questa entità.
<< La proposta, se così possiamo definirla, del precursore del Gruppo, il Magg. Rampella, fu quella di instaurare una nuova filosofia di “memoria storica”, dettata non sulla semplice conservazione del patrimonio culturale aeronautico, bensì sulla capacità di mantenere “vitali” per scopi dimostrativi e rievocativi i mezzi (velivoli ad ala fissa e rotante) che hanno prestato servizio e fatto volare centinaia di piloti militari.
Un ruolo non di primaria necessità, ma che ha sancito grande vanto nella nostra aeronautica e in quelle estere. Si, perché unica nel suo genere è la collezione che è racchiusa proprio in questo hangar >>.
Usciamo dalla sala di Gruppo (collocata a lato del grande hangar) dopo le prime presentazioni di rito, per dirigerci verso una piccola porta…piccola rispetto alla maestosa apertura della struttura che raccoglie il “patrimonio”. A sorpresa, veniamo attirati dal suono di una messa in moto piuttosto inusuale; non avevamo in vista l’intero piazzale antistante l’hangar del 31°, quindi non potevamo capire di quale velivolo si trattasse. Ma il Colonnello, sorridendo “sotto i baffi” osservando la nostra reazione…ci invita a proseguire.
Al nostro ingresso, lo ammettiamo, lo stupore è stato grande: osservare così tanti velivoli in ottime condizioni, ben mantenuti, efficienti al 100% e derivanti da epoche diverse (anche lontane dal primo all’ultimo arrivato), ci rende orgogliosi di essere qui a documentare ciò che stiamo vivendo direttamente a voi.
<< Come potete ammirare…>>, prosegue Frappero, <<…questo è tutto il capitale storico che da circa 70 anni è stato possibile recuperare da un inesorabile destino, per poterlo tramandare con fedeltà di intenti.
Come da me accennato, tutto ebbe inizio da Rampella nel lontano 1950 quando, ripercorrendo le gesta eroiche dei giovani aviatori durante la seconda guerra mondiale (dei quali anche lui ne fece parte) desiderava rivivere quelle emozioni nel volare i velivoli da caccia che avevano segnato l’operatività bellica. Stiamo parlando di caccia anche di ideazione nazionale, quali Fiat CR.42, Fiat G.50, Macchi MC.202, oltre a quelli importati ovvero Messerschmitt Bf-109 e Bell P-39 Airacobra >>.
<< In quegl’anni si stavano instaurando le radici di una nuova generazione di piloti, quella sui jet, con l’ingresso in linea dei primi caccia a reazione: i de Havilland DH.100 Vampire. L’intento di Rampella era di poter conservare con meticolosità alcune cellule di vari esemplari, ancora disponibili o accantonate in qualche base italiana.
Con una domanda ufficiale allo Stato Maggiore, l’iniziativa venne accettata e promossa con la concessione di un vecchio hangar (ora ben diverso da quello dell’epoca, ristrutturato ed ampliato) oltre alla creazione di un Gruppo Volo dedicato, con al vertice il medesimo Rampella >>.
Nasceva così il 31° GVVS, composto da specialisti e piloti provenienti sia dal servizio attivo sia da ex appartenenti. Un evolversi di personale altamente qualificato che nei decenni ha visto tecnici delle aziende aeronautiche degli anni ’40 in pensione occuparsi della normale cura dei rispettivi modelli, fino agli specialisti in servizio che hanno lavorato sui jet in epoca moderna.
<< Il rapporto che si instaura in questo Gruppo è talmente forte che i saperi dei più anziani vengono tramandati ai giovani, consapevoli che prima o poi ci dovrà essere un cambio di consegne tra il personale per ovvie ragioni d’età. Lo stesso vale per i piloti: negli anni ’60 abbiamo visto operare in linea volo generazioni nate sui motori a pistoni assieme a quella della neo scuola a reazione…per poi osservare negli anni ’70 quest’ultimi piloti qualificati su velivoli della seconda guerra mondiale, grazie alla profonda dedizione dei veterani >>.
Diamo quindi un’occhiata alla carrellata di velivoli presenti in hangar. Alcuni sono sotto le cure dei loro fedeli specialisti, altri posteggiati in attesa dell’attività di volo.
Ci imbattiamo immediatamente nel famigerato Fiat G-91T “Tango”, tanto temuto dagli allievi piloti durante l’iter addestrativo alle scuole volo. Un velivolo che ha forgiato molte aquile turrite, prima dell’assegnazione ai reparti operativi. Immancabile dire quanto il Comandate stimi questo velivolo, dato che anche lui conserva indelebili ricordi di giovinezza di quando frequentò la SVBAA (Scuola Volo Basico Avanzato Aviogetti) di Amendola, prima da allievo e successivamente da istruttore.
Accanto al T, un altro velivolo scuola: il Macchi MB-326, interamente arancione come da schema Scuola Volo Basico Iniziale Aviogetti (SVBIA), a Galatina sin dal 1962. Un altro tuffo nel passato, dove aspiranti piloti militari si cimentarono ai comandi dal seggiolino anteriore.
Voltiamo lo sguardo e rimaniamo sbalorditi: una carrellata di caccia puri: Lockheed F-104 Starfighter, General Dynamics F-16, Republic F-84G Thunderjet, F-84F Thunderstreak e pure RF-84F Thunderflash …poi F-86E Sabre, F-86K…rimaniamo increduli. Tutti con livree ed insegne degli ultimi reparti di appartenenza, perfetti come se il tempo si fosse fermato…qui all’interno dell’hangar 31° GVVS.
L’altra metà della struttura ricovera un imponente Fairchild C-119 Flying "Boxcar", bimotore da trasporto tattico con insegne della 46^ Aerobrigata, utilizzato dal Gruppo come mezzo di supporto durante le attività; a condividere lo spazio rimanente, Lockheed P-38 Lightning e gli altri caccia del secondo conflitto mondiale sopra citati.
<< Mantenere una così consistente flotta di aerei… >> ci piega Frappero, <<…è un impegno non da poco. Bisogna tener presente che ogni mezzo ha le sue prerogative, diversi approcci e inviluppi di volo. Ogni “pezzo” è unico nel suo genere. Rampella fu caparbio e tenace, oltre a meticoloso nel recuperare e reperire ciò che serviva al Gruppo.
Ogni modello è presente qui in 2 esemplari. Per essere precisi: un esemplare è volante e un altro è conservato in un magazzino dietro la suddetta struttura, smontato e completo di tutte le sue parti. Così facendo, ogni usura/rottura potrà essere sostituita/riparata; in casi estremi bisognerà rifare a nuovo ciò che serve.
Rampella, sapendo che un determinato velivolo era prossimo alla dismissione, si recava presso i Reparti operativi per ottenere informazione sulle cellule con abbondanti residue ore di volo. Stabilendo le Matricole Militari da preservare, all’atto della dismissione, i velivoli giungevano direttamente in volo al 31° GVVS, apponendo sul canopy il nome dell’ultimo pilota qualificato ad averlo volato >>.
Il Comandante ci presenta il responsabile delle operazioni di volo, il Magg. Turro.
<< Per me è un vero onore poter volare macchine così straordinarie che hanno segnato la storia della nostra aeronautica. Ho il privilegio di sedermi all’interno dell’abitacolo del “Sabre”, velivolo col quale mio nonno prestò servizio dal 1957. La formazione che ho ricevuto con l’iter istruzionale mi ha consentito di immergermi in quest’avventura con grande preparazione, dettata anche dal mio pregresso all’RSV >>
Non è un caso che molti dei piloti che vestono la divisa del 31° hanno qualifica di pilota sperimentale. L’approccio con il quale riescono a condurre in volo sia un Fiat CR.42 che un F-86E nella stessa giornata è metodico e preciso, ma il Maggiore ci spiega un altro segreto: << Essere in grado di mantenere le abilitazioni su svariati velivoli, diversi nelle caratteristiche, è un processo che richiede costanza. Per ovvi motivi di ore residue, non sarebbe possibile far volare ogni singolo aereo con tutti i piloti su di esso abilitati, quindi ci si affida alla tecnologia: il simulatore.
In passato, quando il Gruppo venne costituito, esisteva un simulatore rudimentale, che consisteva in un supporto dinamico con cabina variabile, ovvero gli strumenti di bordo (generici e uguali per ogni simulazione) venivano spostati per assomigliare alla cabina del velivolo simulato. Ora, invece, possediamo un cockpit innovativo, che ci permette di simulare con fedeltà ogni “pezzo unico” al 31°>>.
Il simulatore FlightPass, realizzato da studenti universitari (le collaborazioni con le università italiane sono un altro vanto ed importante supporto tecnico), è costituito da una postazione multi-touch, dove un seggiolino (unico nel suo genere perché trasformabile nei seggiolini dei mezzi simulati scomponendolo e applicando dettagli stampati a laser – stessa cosa per la cloche) è circondato da schermi che riproducono le strumentazioni di bordo e lo scenario volato.
<< Uno stesso pilota…>>, ci spiega Turro, <<…può passare dal Republic P-47 Thunderbolt al Fiat G-91Y Yankee in pochi istanti, consentendo di consolidare i vari aspetti tecnici di volo necessari ad una condotta sicura del velivolo >>.
Ma questo non è il solo aspetto particolare al 31° GVVS. << Sin dalla nascita…>>, racconta Frappero, <<…il fabbisogno monetario per mantenere attiva una linea volo del genere si riteneva fosse elevato all’epoca e lo sarebbe stato ancora di più negli anni a venire. Proprio per tale motivo al 31° si è affiancata un’Associazione di sostenitori (dal 1984) che collabora con noi per il mantenimento dell’intera struttura. Grazie agli amici di “Volare nella Storia” vengono anche organizzati eventi culturali che ci portano a far visita e ci visitano a loro volta studenti di tutta Italia e di istituti esteri, anche di stampo militare.
Molto attiva è la nostra partecipazione agli Air Show nazionali ed esteri, trampolino di lancio per estendere il nostro operato agli appassionati, facendoci ospitare da molti enti organizzatori.
Ed è solo grazie al supporto del C-119 che possiamo sostenere le trasferte più lontane, portandoci componenti e logistica necessari per le presenze fuori sede >>.
Usciamo dall’hangar e finalmente possiamo ammirare il piazzale antistante. Parcheggiato in attesa della messa in moto c’è un North American P-51 Mustang, e lì accanto uno specialista che sta attendendo il rientro di un velivolo. Scorgiamo all’orizzonte la sagoma inconfondibile di un Fiat G-91R, con parafreno esteso e prossimo al piazzale. Svelato finalmente il suono della messa in moto al nostro arrivo: il rumore inconfondibile della cartuccia che genera la rotazione alla turbina per lo start-up.
<< Abbiamo avviato una partnership da 4 anni con i Gruppi Volo Sperimentatori delle varie aeronautiche estere…>> ci illustra Frappero, <<…per far svolgere ai piloti un corso teorico e pratico su questi straordinari velivoli. Le adesioni sono state molteplici (su base volontaria) dettate dal fatto di poter vivere un’esperienza unica nel suo genere, ai comandi di mezzi diversamente tecnologici rispetto a quelli odierni, permettendo ai frequentatori di approfondire gli aspetti del volo, anteponendoli alla mentalità computeristica >>.
Chiediamo al Colonnello quali saranno le prossime iniziative del Gruppo: << Con le scadenze di servizio dei velivoli MB-339, AMX e Tornado, abbiamo già avviato le indagini alla scoperta delle cellule da prelevare. Ovviamente sono indagini preliminari, che verranno confermate pochi mesi prima della dismissione dei mezzi. Prevediamo di prelevare dalle linee volo la versione A e CD del 339, con l’eccezione di mantenere ben 2 esemplari di MB-339A volanti: perché il Magg. Rampella c’aveva visto lungo! Nel nostro deposito abbiamo una cellula di F-86E e di G-91 della pattuglia acrobatica nazionale, che sono attualmente sotto le cure dei nostri specialisti per riportarli funzionanti e volanti. Andremo quindi a costituire un “Team rievocativo” che solcherà le prossime manifestazioni e chissà: omaggerà gli appassionati nel prossimo “cambio di cavalleria” in PAN >>.
La nostra visita è ormai giunta al termine. Ringraziamo il Comandante dell’ospitalità e la cordialità con le quali ci ha permesso di documentare questo importante patrimonio aeronautico.
Il 31° ha saputo, sin dal passato, conservare tradizioni e storia della nostra aeronautica, con l’auspicio che le donne e gli uomini che intraprenderanno questa strada sappiano condurre la sottile linea della storia, arricchendola di tanti altri tasselli.
Le interviste e la relativa trattazione sul 31° GVVS non sono da considerarsi veritiere. Infatti, come avrete potuto immaginare sin dalle prime righe, è frutto di immaginazione. Pertanto, fatti, riferimenti e persone sono puramente inventati (se qualche cognome corrisponde alla realtà, non era intenzione citarlo perché pensato al momento della stesura; lo stesso vale per il 31° Gruppo).
Il tema della conservazione storica di mezzi militari è da sempre apprezzato da appassionati di varie età. Il contesto prende un aspetto ancor più interessante se il “patrimonio” è tenuto in condizioni tali da considerarsi funzionante.
Non è raro leggere nei social-network o durante una chiaccherata tra “intenditori” il riprendere l’aspetto romantico e nostalgico di altre epoche aeronautiche, cercando in tutti i modi di rievocare quei momenti del passato, con il supporto di vari documenti.
E a volte capita di far confronti, ambire a restauri più accurati, di mancanza di fedeltà…aspetti che si intrecciano e che ci riconducono alla medesima fonte: la memoria storica.
Il nostro Paese non è certo alla pari di altri, U.S.A. o Inghilterra in primis, dove molte sono le collezioni e le Associazioni che, con spirito di sacrificio, mantengono alto l’asticella della memoria storica. Non saremo sullo stesso piano (nel concreto), ma anche noi possiamo esser fieri di tante piccole soddisfazioni. Parliamo dei privati che, con dedizione e passione, curano velivoli che erano stati dimenticati in qualche chissà dove o se ne prendono carico dopo averli acquistati per ridar loro nuova vita, ai musei, le associazioni locali, le Istituzioni, tutti gli appassionati che si prodigano allo scopo di promuovere la cultura aeronautica…nelle loro possibilità.
La strada è ancora lunga e speriamo prospera di altre iniziative.
Questo fantomatico 31° Gruppo, seppur surreale e privo di ogni appiglio odierno, non è altro che frutto di un desiderio ambito, di un qualcosa di impossibile nel concreto…ma possibile nella nostra immaginazione. Ed è proprio dalla nostra immaginazione che nasceranno idee, progetti, realizzazioni…che ci faranno credere in ciò che amiamo e desideriamo, ogni giorno.
Christian Vaccari
Photo by Davide Olivati e Archivio The Aviation