Nessun aereo o storia aeronautica in questo breve report, ma il giusto risalto all’ultima opera dell’amico Mauro Vittorio Quattrina e della moglie Grazia Pacella.
In pochi abbiamo avuto il privilegio di assistere alla prima del nuovo documentario di Mauro Quattrina, “Un giorno di pietra”, nella splendida cornice di Palazzo Carli, sede del Comfoter (Comando delle Forze Operative Terrestri di Supporto) a Verona.
In pochi, purtroppo, a causa delle normative anti Covid, perché in realtà il regista meriterebbe una platea ben più ampia.
Ho scritto “documentario”, ma è preferibile definirlo un “diario visivo” come lo stesso Quattrina scrive sui titoli.
E’ un viaggio nelle terre martoriate del terremoto di Amatrice del 2016, al seguito delle donne o degli uomini del 6° Reggimento Genio Pionieri rischierato per l’occasione al comando del Gen. Tota.
Devo dire, senza svelare nulla del contenuto, che la proiezione si differenzia dai soliti lavori a cui Quattrina ci ha abituato, è una racconto che va dritto al cuore e punta sull’emotività.
Un reportage sugli uomini in divisa che hanno avuto il triste compito di bonificare l’area colpita dal sisma, demolendo strutture lesionate irreparabilmente, come gli animi degli abitanti di quelle zone che hanno dovuto, prima affrontare la disgrazia del terremoto e dopo la tragedia della demolizione.
Una breve premessa del regista ha messo in luce che l’opera dell’esercito è poco pubblicizzata, i media ne parlano con distanza, quasi che una “mimetica” debba per forza passare inosservata.
Le immagini dell’evento le abbiamo viste e riveste sui media, ma forse per la frenesia della notizia poche volte ci siamo soffermati ad osservarle nel modo che il regista ce le ha proposte. Cumuli di macerie anonime, nel documentario, appaiono anche a noi come le vedono gli abitanti delle zone ferite, non più materiale inerte, ma pezzi di vita quotidiana, ricordi e oggetti personali mescolati a cemento, mattoni e polvere che gli uomini dell’Esercito nel limite del possibile hanno cercato di recuperare e restituire ai legittimi proprietari.
Colpisce la scena di uno scavatore che nonostante la grande potenza, con una delicatezza impressionante, recupera un tavolo dal una casa lesionata, ed è grande la sorpresa quando sul video appare che la tavola viene riportata a terra ancora con una pila di piatti ormai ingrigiti dalla polvere, ma ancora ben posizionati.
Le frasi che passano sul video sono quanto il regista ha sentito dalle donne e dagli uomini impegnati nelle operazioni ed è tangibile la loro emozione, soprattutto davanti a quelle persone che impotenti assistono alle demolizioni di quello che per molti è una casa, ma per loro una vita di ricordi.
Che l’opera abbia fatto breccia negli animi degli spettatori, non vi è dubbio, il silenzio al temine del video ne è stata la prova fino al giusto tripudio di applausi per il regista e tutto il suo seguito.
Non uno spot dell’Esercito, così lo ha definito il Gen. Tota al termine della proiezione, ma un segno di riconoscenza per i militari impegnati, di qualsiasi arma.
Un grande Quattrina che presenterà quest’opera anche alla mostra del cinema di Venezia e speriamo possa incontrare il consenso del grande pubblico, soprattutto tra i più giovani.
The Aviation
Ringraziamenti a Mauro Vittorio Quattrina, Grazia Pacella e al Gen. C.A. Giuseppenicola TOTA per l'invito