L’emergenza Covid-19 ha condizionato la quotidianità di tutti, costringendoci a trascorrere più tempo presso le proprie abitazioni come non mai.
E’ stata sicuramente l’occasione per rispolverare i piaceri della vita che spesso, causa poco tempo a disposizione dopo lavoro o doveri casalinghi, non riusciamo pienamente a soddisfare. Basti pensare agli hobby da tavolo, la letteratura, film e documentari, fai da te e tanto altro che non sia strettamente legato all’uscir di casa (salvo eccezioni, sport che potevano essere svolti all’interno delle mura domestiche).
Per gli appassionati del mondo dell’aviazione, anche se con forti limitazioni alle uscite presso musei, aeroporti, avioclub ed eventi vari, è stato il momento per rispolverare qualche ricordo del passato.
Quante fotografie scattate di qua e di là fra raduni, airshow o visite di rito erano ancora in attesa di essere ordinate o semplicemente riguardate? Quanti libri o riviste erano rimasti accantonati sullo scaffale con la promessa di leggerli alla prima occasione? Ebbene, in questo ultimo periodo di tempo ce n’è stato…forse anche troppo. Abbiamo saputo cogliere la palla al balzo e regalarci quel tempo che prima ci sfuggiva di mano. Abbiamo riassaporato momenti felici in un clima di insicurezza, e ciò ci è servito anche per guardare avanti con fiducia.
Fra tutto questo rivangare di anni di uscite aeronautiche, dedicando molte ore rispetto al solito, a qualcuno sarà pure capito di proseguire il piacere del volo anche nel sonno, magari all’interno del cockpit del proprio aereo preferito…o assistendolo da terra durante un low pass.
A me è capitato di risvegliarmi da un bel sogno, dove potevo assistere l’evoluire nel cielo delle nostre Frecce Tricolori. Ormai le conosco molto bene: non ho mai smesso di applaudirle in ogni loro rappresentanza. Poi, quando l’ultimo Pony era ormai atterrato, vedo in lontananza un P-51 Mustang: wow, un autentico warbirds, il suono inconfondibile del motore a pistoni e la sua potenza. Mi domando quanti giovani ragazzi durante il secondo conflitto mondiale lo abbiano pilotato, indossandolo come una seconda pelle…per poterla riportare a terra sani e salvi.
Poi, dopo tanti altri partecipanti di questa manifestazione improvvisata, si presentano 5 aerei bianchi che sin da lontano mi sembra di riconoscerli. Mi passano sopra la testa, in formazione stretta: puliti, eleganti, veloci…salgono per un looping, i loro motori scalpitano per far mantenere la posizione ai gregari…il leader sa il fatto suo. E’ incredibile, il rombo rimbomba in musica per le mie orecchie…ma questi non li ho mai visti dal vivo! Ma perché?
La sveglia suona, mi devo alzare. Con ancora in mente l’immagine di quei 5 che compiono in tonneau a botte, con velivoli ad elica, mi ricordo di una rivista regalatami tempo fa da un amico appassionato. Lo avevo pure ringraziato di cuore perché quel numero, uscito tanti anni fa, per me significava ripercorrere un’avventura che non avevo vissuto in prima persona. Eccola, con ancora il valore in Lire stampato in copertina. Ma sono le Alpi Eagles!
Certo, in questi anni le avevo conosciute grazie ai ricordi di molti amici tra una chiacchiera e l’altra, la visione di registrazioni video con le datate VHS (qualcosa lo si trova anche in rete) e la voglia di scoprire, leggendo, questo fantastico Team acrobatico.
10 anni fa assistevo alle evoluzioni di un'altra Pattuglia sui 260, ma erano di color grigio. Ebbi pure la fortuna di volarci con i Devils! Ma perché le Alpi Eagles?
Con loro si diede inizio ad una tradizione civile, quella del Team acrobatico di ex appartenenti alla PAN, che ottenne vari successi anche su velivoli e con livree diversi. Le Alpi Eagles sono dunque l’origine di tutto ciò, un qualcosa che in molti, all’epoca giovani, continuano a rimembrare ancora oggi.
Questo sogno mi ha fatto ricordare che posso rileggere un articolo di anni fa che mi risulta ancora attuale, perché testimonianza di valori e passione che difficilmente svaniscono dai cuori degli appassionati.
Quando terminerà questo brutto momento storico, ritorneremo alle vecchie abitudini, alle uscite in compagnia, alle scampagnate. Proprio come un evento naturale, assaporeremo la ciclicità delle cose: dopo la tempesta il ciel sereno.
E se per tornare alle nostre abitudini di un tempo, che avevamo lasciato indietro, fossero 5 velivoli bianchi a farcele ricordare? Se quelle stesse Alpi Eagles, racchiuse in un volo di gruppo che è collettivo, un “volare in coro”, si ripresentassero sopra le nostre teste deliziandoci con le stesse acrobazie di anni fa? Cosa sarebbe: un’illusione o una realtà?
Se non avessi sognato invano e fosse l’inizio di un’altra “meravigliosa avventura” … un sogno premonitore,
quale sarebbe la vostra reazione? Il vostro stupore? La vostra emozione?
Per The Aviation, testo e foto Christian Vaccari